Direi che e’ ora di rompere il ghiaccio relativamente al Linux Day 2021, e fare qualche considerazione (e magari persino qualche azzardata previsione).
Benche’ non esista alcuna certezza rispetto a come la situazione (che tutti certo conoscete) evolvera’ fino a ottobre, posso nutrire qualche speranza in piu’ sulla possibilita’ di tenere gli eventi fisici (che lo scorso anno non hanno potuto svolgersi, date le direttive governative in merito all’attivita’ “convegnistica”). Ci sono i vaccini che circolano, molte attivita’ hanno potuto riaprire, i vincoli vengono via via allentati… Ma un conto e’ l’eventuale possibilita’, ed un conto l’effettiva volonta’ di ciascun gruppo organizzatore di provare - e magari riuscire - ad allestire la propria manifestazione.
Altro discorso e’ poi il Linux Day Online. Nel 2020 si e’ trattato di una soluzione preventiva di emergenza, ma ha avuto un seguito ed un riscontro tali da meritare una reiterazione. Non solo come piano alternativo (comunque necessario, date le circostanze di cui sopra), ma come integrazione del Linux Day “regolare”, sia per coinvolgere chi non ha altrimenti modo di partecipare ad un Linux Day dal vivo sia - come suggeriva anche qualcuno lo scorso anno - per erogare contenuti fruibili online e a eventuale sostegno degli appuntamenti fisici.
Le incognite non mancano. Molte delle quali non dipendono dal nostro controllo, ma alcune si.
Ad esempio: sarebbe interessante avere una misura su chi e’ incline all’idea di tenere il Linux Day nella propria citta’ a ottobre 2021 (piu’ precisamente il quarto sabato del mese, ovvero il 23 ottobre 2021), e chi invece e’ piu’ orientato a saltare anche quest’anno date le (forse troppe) incertezze ancora in essere. Almeno per avere una vaga idea di quella che potrebbe essere la ripresa della manifestazione, nella sua complessita’.
Contestualmente, sarebbe utile avere una anticipazione su chi vorrebbe partecipare all’edizione online - sia come relatore che come volontario - per poter fare una stima sommaria di quella che potrebbe essere l’iniziativa. E’ ancora presto per una Call For Papers, ma non sarebbe male definirne il perimetro (in termini di numero di sessioni e tematiche).
Forse si potrebbe fare qualcosa che si segue dal vivo tipo Fosdem extended, per chi non può organizzarlo con relatori ecc.
Onestamente è presto poter dire se si può fare dal vivo visto che ancora non si possono fare gli incontri (ho già chiesto al posto dove noi ci incontravamo).
Sicuramente per noi sarebbe più utile fare qualcosa di ibrido, tipo qualcosa dal vivo e qualcosa da seguire online nazionale così da poter bilanciare e in caso non sia possibile dal vivo abbiamo sempre l’opzione online.
Sono d’accordo con te. La soluzione migliore è qualcosa di ibrido (online e dal vivo), ma sono dell’idea di lasciare il LinuxDay, anche quest’anno online. Le varie LUG, avendo la possibilità, potrebbero organizzare delle sessioni durante le quali seguire ‘assieme’ gli interventi di interesse, magari collegando un computer ad una TV (ho seguito qualcosa in questa modalità anche prima della pandemia). D’altra parte, non viviamo tutti la nostra vita ‘onlife’?
Continuo a pensare che il “Linux Day Online con divano presso il Lug” non sia una soluzione interessante. Almeno non lo è per noi.
Il vantaggio della soluzione online è che posso vedere quel che mi interessa senza dovermi spostare e posso anche vedere il primo e l’ultimo intervento senza dover perdere l’intera giornata.
Ritengo peraltro che le versioni online e offline (ove possibile) debbano essere pensate come complementari.
I giovani relatori non si azzardano (se non sono completamente incoscenti o eccessivamente presuntosi) a fare un intervento nazionale, ma in un LUG un intervento in presenza lo fanno volentieri.
Una volta fatta esperienza, potrebbero essere pronti per un intervento nazionale.
Per contro la versione online consente interventi di livello anche irraggiungibile per la maggior parte dei LUG ed una diversificazione che coinvolge un maggior pubblico.
Per me organizzare il “divano” è tempo perso. Sono d’accordo sul Linux Day nazionale online; ritengo che se si fa un evento locale si debba promuovere e valorizzare quello nazionale, ma l’evento locale, che è anche un vivaio, se si fa non deve essere snaturato.
Concordo io vedo entrambi gli eventi come complementari e come soluzione tampone per chi non può fare una giornata piena (come nel nostro caso) o con cose più avanzate o inusuali.
Vero sulla questione relatore che sul nazionale è più difficile coinvolgere i meno avvezzi.
Mi domando a questo punto il tema quale potrebbe essere (ma non so se i temi hanno un senso ancora oggi).
Secondo me ha comunque senso continuare con la tradizione dei temi ed effettivamente riservare per il nazionale dei talk di spessore un po’ più elevato che difficilmente possano essere realizzati a livello locale, in modo da evitare qualsivoglia sovrapposizione e invasione di campo.
Visto che è stata recepita recentemente la direttiva copyright qui in Italia e che abbiamo già parlato di privacy, potremmo parlare proprio di copyright.
Altrimenti, viste le recenti discussioni, la promozione del software libero/l’allargamento della platea o cose così. O ancora, metodi liberi per organizzare il lavoro (forum, mailing list, chat…)
Poi sicuramente siamo in tanti e qualche idea migliore uscirà fuori.
Non partecipavo ad un LinuxDay da una quindicina di anni. Perché i LUG/Hacklab più vicini distano comunque diversi chilometri, ma soprattutto per la stanchezza di ripetere ogni anno le stesse cose e litigare sugli stessi argomenti. L’anno scorso invece con la versione Online ho seguito una buona fetta dell’evento. È una formula che secondo me andrebbe preservata, anche perché -senza offesa per nessuno- il livello di attività dei LUG sta precipitando sia in quantità che in qualità.
Che la versione Online possa coesistere con quelle locali mi sembra più che fattibile. Ed anche l’idea di organizzarsi con i divani non mi dispiace. Se lo scopo è socializzare, sensibilizzare e condividere forse è meglio un televisore ed una busta di patatine che le solite slide stantie. Una sorta di format alternativo insomma per quelle realtà che farebbero più fatica a creare un evento “interessante”.
Sto (masochisticamente!) seguendo il dibattito anche sulla mailing-list, e come spesso mi accade lo trovo surreale. Lamentarsi che Discourse richiede addirittura un browser completo per funzionare, o che Telegram non sia sufficientemente opensource mi sembrano davvero discorsi distruttivi di ogni buona volontà. Per non parlare delle polemiche sul decentramento dei server, come se avere i propri dati sparpagliati su istanze diverse ognuna con una sua policy non sia già di per se un rischio per la privacy. Vabbè… Per farla breve, un riferimento centrale come questo Forum Discourse per me è assolutamente benvenuto.
È sicuramente prematuro, ma in tema di contenuti spero ci sia spazio per una apertura di orizzonti. In tutta onestà penso che il tempo in cui il sistema operativo era una questione filosofica è passato. Me ne rendo conto quotidianamente passando per tre sistemi operativi completamente diversi: alla fine mi interessa soprattutto poter usare le applicazioni di cui ho bisogno. Preoccuparsi per qualche dato di telemetria e poi avere la posta su Gmail per me è un paradosso inconciliabile.
E sempre in tema di argomenti spero si parli più nel dettaglio di ecosistemi. Di come cioè realtà molto invasive, GAFAM per gli amici, abbiamo preso letteralmente in ostaggio gli utenti e stiano distruggendo quel poco di concorrenza che ancora esiste. So che parlare male di Google non piace quasi a nessuno, ma due metri e due misure rispetto a Microsoft o a Facebook sono una ipocrisia.
Onestamente mi piacerebbe qualcosa sulla organizzazione del lavoro del tipo: Alternative Open Source agli strumenti d’uso quotidiano
Il Merge-it quest’anno il 22 maggio sarà alternativo, con tavole rotonde con varie comunità che parlano su alcune tematiche predefinite. Però non è molto LUG una cosa del genere.
A proposito di idee migliori, esiste un elenco di temi di tutti i linux day passati?
Aggiungo il mio entusiasmo verso la critica aperta, serrata e pure gratuita alle piattaforme. E presentazione di alternative migliori, per privati e aziende.
Ci sono le pagine annuali, ma non è semplice dedurre quale fosse il tema prescelto - almeno, dalla scaletta non è così evidente. L’unico chiaro, risalendo fino al 2013, è l’AI per il 2019.
2012: Free Software, Free Business (il software libero nell’impresa)
2013: Innovazione. Di tutti. Per tutti. (l’impatto del software libero sull’innovazione scientifica e tecnologica)
2014: Libertà Digitale (le liberta’ digitali in senso esteso, non solo software: Wikipedia, Creative Commons, opendata…)
2015: Stile Libero (questo e’ stato l’anno in cui non sapevamo cosa inventarci ed e’ stato ficcato un motto a caso)
2016: 1+1=10 (coding, pensiero computazionale, introduzione alla programmazione)
2017: Riservatezza Naturale (tutela e diritto alla privacy)
2018: World Wide Web (software libero online, ed argomenti trasversali (decentralizzazione, federazione, privacy, sicurezza…)
2019: AI, AI, AI! (intelligenza artificiale)
2020: Linux Day Online
Il termine “divano del Linux Day” mi piace un sacco !
Poi, come si diceva, non è vincolante. Hai abbastanza relatori che vogliono tenere un talk in presenza? Niente collegamento remoto. Non ci sono abbastanza volontari ma non vuoi rinunciare al Linux Day come momento di aggregazione? Allestisci un “divano”.
Potrebbe essere un modo per tenere minimamente “attivi” anche i (tantissimi) LUG che non hanno più le forze di organizzare qualcosa da zero, tantopiù dopo un anno e mezzo di inattività causa COVID.